PERCHEANDAREDALLOPSICOLOGO


Intanto un persistente luogo comune da sfatare: andare dallo Psicologo non vuol dire "essere pazzi". Nè, tantomeno, essere soggetti "problematici", totalmente incapaci di gestire ed affrontare le difficoltà della vita. Oggi lo Psicologo è, innanzitutto una persona in grado di ascoltare. Un ascolto che, correttamente, viene definito 'attivo' e 'partecipante'. Un ascolto, cioè, che veicola sentimenti di empatia, comprensione, presenza emotiva ed assenza di giudizio. Un ascolto, potrei dire, 'interessato', nella misura in cui le parole dette e l'uso della conunicazione forniscono una prima 'fotografia' di chi si ha davanti, disegnando un quadro passibile di ulteriori approfondimenti ed interpretazioni.     


Spesso, l'opera dello Psicologo si ferma qui. L'azione di narrare e descrivere minuziosamente I propri problemi ad un professionista dell'ascolto e dell'aiuto, con le emozioni che ne conseguono, si sa, ha già di per sè un valore 'terapeutico' e contribuisce, per la persona, ad avere una visione più chiara della natura della sofferenza che vive al momento.    Tuttavia, andare dallo Psicologo comporta un importante valore aggiunto: tutto ciò che narriamo e  descriviamo della nostra vita può essere oggetto di una analisi più profonda della nostra persona, che ci aiuti a capire "chi siamo"e quale cammino ci stia offrendo la nostra esistenza. Ecco, dunque, il secondo, determinante, compito dello Psicologo: individuare una 'chiave di lettura' della persona, definirne i punti di forza e le cosiddette 'aree critiche'. Per fare ciò ogni professionista ha a disposizione diverse strategie, ognuna sapientemente 'calibrata' per  'leggere' in profondità ed in maniera sufficientemente esaustiva i tratti  personali, emotivi, affettivi del soggetto.  Personalmente, a questo scopo, utilizzo sia il colloquio e la relazione con il soggetto, come fonte di conoscenza e valutazione, sia strumenti diagnostici validati scientificamente, di natura "proiettiva" e non (vedi sezione Psicodiagnosi), in grado di fornire un valido aiuto nella formulazione di ipotesi sul funzionamento di personalità e sulla modalità con la quale il soggetto vive ed affronta le difficoltà. 


Sono convinto che una buona diagnosi di personalità, intesa come 'schema' costante e duraturo in termini di valori, comportamenti ed atteggiamenti, possa essere un ottimo punto di partenza per un 'lavoro' comune, che vede la persona e lo Psicologo lavorare insieme per un 'progetto' di miglioramento interiore, qualsiasi sia la problematica oggetto della consulenza (mi piace, in questo senso, far uso della parola anglosassone 'empowerment', capace di rendere bene l'idea della possibilità che abbiamo di implementare le nostre risorse e strategie di vita, divenendo 'più potenti"!).


Diagnosi e valutazione sono due aspetti irrinunciabili nella progettazione di un percorso che conduca il soggetto ad un reale investimento su di sè. E' in questo senso che si configura la terza ragione per cui si evidenzia la specifica competenza dello Psicologo: aiutare la persona ad allontanare la negatività di meccanismi di pensiero non idonei a ad un buon funzionamento mentale, a favore di una visione che la orienti non solo al superamento del problema o del disturbo contingente, ma anche ad un nuovo modo di 'sperimentare' il mondo che la circonda. 


Andare dallo psicologo è, dunque, un momento da dedicare a noi stessi, un 'frangente' nello scorrere della vita in cui ci è possibile entrare in contatto con le nostre emozioni più profonde, comprendere e riprogettare il nostro cammino allontanando i malesseri, le incertezze, le difficoltà.


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Dr.Federico Ambrosetti - Psicologo psicoterapeuta - P.IVA 02153580507 - Iscr.n.7323 Ordine degli Psicologi della Toscana

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